Vecchio Frack: dal suicidio per amore alla poesia in musica
- Dinastia dei Gessi
- 13 mag 2020
- Tempo di lettura: 3 min
Con un ritmo semplice ma incalzante, Domenico Modugno con la sua famosissima canzone "Vecchio Frack" ci racconta una storia intrisa di solitudine, disperazione e morte.
La strofa iniziale presenta uno scenario immobile: è notte, nessuno cammina per le strade, l'ultima carrozza abbandona la via principale cigolando e persino il fiume scorre lento sotto gli occhi assonnati della luna.
Sembra quasi che tutta la città sia avvolta nella quiete della notte, ad eccezione di un uomo in frack, che in solitudine procede.

Nulla viene detto di quell'uomo, tutto, minuziosamente, del suo abito elegante: due diamanti per gemelli, una gardenia nell'occhiello, il papillon di seta blu su di un candido gilet, un cilindro e un bastone di cristallo, per completare quella che parrebbe essere una nostalgica cartolina da "Belle Epoque".
L'uomo in frack con un'espressione malinconica e assente sta dando silenziosamente l'addio ad un mondo che sembra mostrarsi indifferente dinanzi alla tempesta che si è abbattuta sul suo animo.
Infatti, con la seguente strofa, il cantautore sembra alludere ad un suicidio per amore:
“Adieu, adieu, adieu al mondo, ai ricordi del passato, ad un sogno mai sognato, ad un attimo d’amore che mai più ritornerà’’.
Ma chi è davvero l'uomo in frack?
Il testo sembrerebbe essere nato in seguito alla storia del principe Raimondo Lanza di Trabia, morto suicida all'età di 39 anni; Era l’alba del 30 novembre del 1954 quando, completamente nudo, si lanciò dalla finestra dell'hotel Eden di Roma.
Il cantautore stesso, nel corso di un'intervista, confessò il suo interesse nei confronti di questo personaggio di alta estrazione sociale e le ragioni che lo spinsero a scrivere uno dei suoi più grandi successi:"Era un uomo di fascino assoluto che nella vita aveva avuto tutto, anche l’amore di una delle donne più belle dell’epoca, Olga Villi.
Non riuscivo a capire perché quel nobile avesse scelto di uccidersi così, senza una
spiegazione. Lo interpretai come il segno struggente della fine di un’epoca”.

La licenza poetica di Modugno, nonché le sue straordinarie doti canore, accrebbero la fama e l'aura di mistero che si aggira intorno a questa controversa figura, che pare abbia vissuto, secondo quanto riporta anche la biografia di Vincenzo Prestigiacomo ("Il principe irrequieto. La vita di Raimondo Lanza di Trabia"), come un vero e proprio dandy, capace di eccitarsi solo dinanzi al pericolo, in un connubio perfetto di vitalità irrefrenabile e autodistruzione. Negli eccessi, nel desiderio continuo di possedere, si manifestava il suo rifugiarsi nella leggerezza della vita per occultarne i lati oscuri e drammatici di cui pure era consapevole. Ogni vita, anche quella apparentemente più vacua o spensierata, porta con sé frustrazioni rimosse, amarezze inconfessate, travagli interiori nascosti. Ciò valse pure per il “Principino”, ossimoro vivente nelle sue insanabili antinomie: spregiudicato, ribelle, esuberante, ma anche tormentato, accigliato, incline alla depressione nel suo temperamento altalenante.
Susanna Agnelli nel suo romanzo “Vestivamo alla marinara” fa un ritratto quanto più veritiero del suo sposo mancato : “Quando entrava in una stanza era come un fulmine. Tutti smettevano di parlare o di fare quello che stavano facendo. Gridava, rideva, baciava tutti, scherzava. Divorava il cibo come una macchina per tritare rifiuti, beveva come un giardino assetato in un deserto, suonava il pianoforte, telefonava e mi teneva la mano, tutto contemporaneamente”.
Invece Domenico lo dipinse come un uomo dotato di un'innata eleganza e compostezza, nonostante queste accortezze non gli calzassero a pennello: la trovata del frac, infatti, rimane circoscritta ad una visione prettamente poetica del personaggio; Proprio Vincenzo Prestigiacomo, che impiegò quindici anni per restituirci testimonianze inedite sulla storia del dandy siciliano, sostiene fermamente che questo, in verità, non abbia mai indossato in tutta la sua vita un frac: "Era un vero anticonformista: si presentava ai ricevimenti di Ranieri di Monaco in tuta da pilota e alle nozze di Gianni Agnelli, dove tutti erano in tight o smoking, andò vestito in modo qualunque".

Quando la canzone venne rilasciata nel '95 fu oggetto di censura, sia per il tema trattato, che per dei versi che alludevano a contatti fisici ritenuti immorali. Le strofe prese di mira dalla critica e dalle radio furono poi cambiate dal cantautore stesso, che decise, però, di riproporre la versione originale durante le esibizioni dal vivo; Nella versione odierna del brano infatti il verso allusivo all'atto del suicidio è mutato in un più casto "ad un abito da sposa, prima ed ultimo suo amor".
L'atroce fatto di cronaca, reso piacevole grazie alla voce di Mimmo, diventò presto emblema di tutte le tragedie amorose, che avvengono silenziosamente e di cui nessuno intende parlare.
Di seguito la versione originale cantata da Domenico Modugno, buon ascolto.
Adieu, dalla vostra Berenice
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