Pagine di elfico: Quenya pt.I
- Dinastia dei Gessi
- 4 mag 2020
- Tempo di lettura: 5 min
Aggiornamento: 16 mag 2020
Salute amici, eccoci tornati a parlare di elfico!
Dopo aver letto lo scorso articolo circa la storia degli Elfi, siete pronti ad iniziare questo viaggio alla scoperta della loro affascinante e misteriosa lingua.
Partiamo quindi dal dire che, proprio come i gruppi di elfi, anche le loro lingue sono molteplici:

· Avarin
·Dorathrin
· Eldarin comune
· Elfico primitivo
· Quenya
· Nandorin
· Ñoldorin
· Sindarin
· Telerin
· Telerin comune
· Vanyarin
Comincerei con "la madre" di tutte le lingue elfiche: il Quenya.
Il Quenya (pronunciato [ˈkwɛnja]), detto anche Alto elfico, è la più conosciuta delle lingue elfiche. Pur essendo un idioma fittizio, è grammaticalmente e storicamente realistico. Il Quenya è originario di Aman, ma sarebbe poi stato sviluppato dagli Eldar sulla base di una lingua precedente, denominata Eldarin comune, e contiene ancora tutte le caratteristiche principali del primo linguaggio elfico, inventato subito dopo il loro risveglio.

Questa lingua, come gli altri linguaggi ideati da Tolkien, è il risultato di processi linguistici "graduali" comuni a tutte le lingue elfiche, con le quali infatti condivide buona parte del lessico, della grammatica e della fonologia.
Il sistema di scrittura con il quale gli Elfi scrivevano il Quenya si basa sulle rune tengwar, una neo-grafia inventata da Tolkien, composta da 24 lettere, più vari segni diacritici (lettere che non corrispondono a un suono, ma servono soltanto a determinare la giusta pronuncia) e un certo numero di lettere composte o del tutto irregolari. Il nome Tengwar viene dalla forma plurale di tengwa, "lettera". Le 24 lettere principali sono formate tutte da un telco, "gambo", e da un lùva, "arco", a differenza delle altre 28 speciali. Le vocali venivano quindi espresse con i segni diacratici (tehtar) posti sopra la consonante precedente o (in caso non ci fosse) sopra ad una base che poteva essere corta o lunga a seconda della lunghezza della vocale. La parola Quenya è un aggettivo formato dalla radice KWEN- da cui ad esempio anche Quendi ovvero "Elfi". Tuttavia lo stesso termine è anche associato alla radice KWET- "parlare". Infatti entrambe le radici provengono dalla radice KWE- . Secondo Tolkien i più dotti tra gli Elfi ritenevano che "Quendi" significasse "coloro che parlano con voci" e secondo Pengolodh (un elfo saggio) "Quenya" significasse propriamente "linguaggio, idioma". Entrambe queste ipotesi sono facilmente spiegabili col fatto che nessun'altra lingua elfica utilizzi l'aggettivo "quen(d)ya" per designare una qualunque "lingua elfica". Infatti il nome completo della lingua sarebbe Quen(d)ya Lambë, ovvero "lingua elfica". Tuttavia successivamente il vocabolo "Quenya" venne usato esclusivamente come nome proprio e non più come l'aggettivo derivato da "Quendi" (elfi).
Ma come nacque il Quenya nella mente di Tolkien?
Si racconta che sia frutto di altri tre linguaggi: nel 1905, il giovane Tolkien (già impegnato nello studio del latino e dell'anglosassone) sentì due sue cugine parlare in un linguaggio alquanto bizzarro, che usava solo nomi di animali e di numeri per formare parole di senso compiuto. Intrigato e divertito da questa scoperta, iniziò a parlarlo anche lui. Tempo dopo, gli stessi che avevano ideato il primo linguaggio, insieme ad alcuni amici e compagni di scuola del giovane Tolkien, ne crearono un altro, probabilmente spinti dall'idea di creare una lingua segreta, comprensibile solo per loro. Tale linguaggio, denominato Nevbosh, era formato da vocaboli inglesi, latini o francesi storpiati o invertiti. Tuttavia, col passare del tempo l'inversione e la storpiatura non bastarono più ai creatori del Nevbosh, che iniziarono a inventare nuovi termini. Questa nuova versione, quasi interamente ideata da Tolkien, prese il nome di Naffarin e dai pochi testi rinvenuti pare assai più simile alle future lingue elfiche rispetto al Nevbosh, molto più grezzo e informale. Una prima bozza del Quenya venne sviluppato dall'autore intorno al 1910-1911, ma apparve solo intorno al 1915.
Tolkien a quei tempi studiava al liceo di Exeter, dove dimostrò un buon talento per le lingue e una spiccata capacità creativa. In poco tempo prese familiarità con diverse lingue antiche e moderne: il norreno, lo spagnolo, l'italiano, l'inglese antico, il gotico, il latino e il greco (sia antico sia moderno). Le lingue nordiche, in particolare, lo portarono in poco tempo a prendere spunto per il suo Legendarium dalla mitologia nordica. Nel 1914 egli si trovò a studiare un frammento del poema "Cristo" di Cynewulf, scritto in anglosassone, che può essere considerato di enorme importanza per una buona parte del Legendarium Tolkieniano.
Ecco a voi un frammento dell'opera:
(ANG) «Éala éarendel engla beorhtast, ofer middangeard monnum sended.» (IT) «Salve Earendel, il più brillante degli angeli, inviato agli uomini sulla terra di mezzo» (Vv. 105-106 dell'opera Cristo di Cynewulf)
Troviamo tante similitudini con "Le due torri" di Tolkien: (ART) «Aiya Eärendil Elenion Ancalima!» (IT) «Salve Eärendil, più brillante delle stelle» (Il Signore degli Anelli, Le due torri, Libro IV, Capitolo IX, p. 869)
Anni dopo, Tolkien, conobbe anche il finlandese, una scoperta per lui molto importante, di cui infatti disse "È stato come scoprire un'enorme enoteca riempita con bottiglie di un vino straordinario di tipo e sapore mai assaggiato prima. Ne fui decisamente preso."
Tale lingua portò Tolkien ad entrare sempre più in contatto con testi nordici come il Kalevala, la cui influenza è riscontrabile per esempio nei racconti riguardanti Túrin Turambar (un personaggio di Arda). Anche l'italiano, sebbene in misura minore, ebbe un forte impatto sullo scrittore. Tolkien concepì, quindi, il Quenya ancora prima di creare Arda e i suoi popoli, imitando i meccanismi delle lingue naturali.

Tolkien era un filologo che conosceva i meccanismi di funzionamento di numerose lingue antiche e moderne e non stupisce, quindi, che fosse in grado di idearne di nuove. Infatti, non inventò nuovi termini in maniera arbitrale ma li concepì partendo dalle radici, con l'aggiunta di suffissi e prefissi e con varie mutazioni regolari minuziose. Seguendo questo principio è facile capire come le varie lingue (specie quelle elfiche come il Quenya o il Sindarin) siano necessariamente imparentate tra di loro.
Il Quenya, essendo una lingua artificiale, non dovrebbe far parte di nessun gruppo linguistico, tuttavia i metodi con cui Tolkien creò volutamente le sue lingue sembrano aver creato un grande insieme di lingue tra di loro effettivamente imparentate. Quindi i linguaggi di Arda e, più precisamente, le lingue elfiche sono generalmente considerate parte di un "piccolo" gruppo linguistico a sua volta compreso nel gruppo delle lingue artistiche e delle lingue artificiali. Inoltre, nonostante Tolkien prese "spunto" da molte altre lingue per creare la fonologia, il lessico ed in parte la grammatica delle sue lingue, il Quenya non sembra avere affinità tali da essere inclusa in alcun altro gruppo linguistico realmente esistente, quindi è praticamente una lingua a sé ma perfettamente funzionante e basata su regole che seguono un filo logico.
Proprio per la caratteristica dell'elfico di possedere un vero e proprio sistema linguistico, oggi abbiamo solamente introdotto parte della costruzione del Quenya. Nel prossimo articolo parleremo di fonologia, morfologia e sintassi (alcune delle scienze che studiano la costruzione di tutte le lingue del mondo) della madre delle lingue elfiche. Rimanete informati e non perdetevi nulla sulla nostra pagina Instagram.
Tenna' ento lye omenta,
la vostra Salamandra.
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