Pagine di elfico: Sindarin pt.I
- Dinastia dei Gessi
- 18 mag 2020
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 20 mag 2020
Ben tornati al nostro solito appuntamento con la lingua elfica del fantastico mondo di Tolkien! Nei precedenti due articoli, Pagine di elfico: Quenya pt.I e Pagine di elfico: Quenya pt. II, abbiamo analizzato approfonditamente tutto il Quenya, lingua elfica per eccellenza. Ma, come abbiamo detto, le lingue degli elfi sono molteplici. Oggi inizieremo ad analizzare il Sandarin, altra lingua molto importante del mondo degli abitanti della Terra di Mezzo.
Anche il Sindarin, ovviamente, è una lingua artificiale di Arda, l'universo immaginario fantasy creato dallo scrittore inglese J.R.R. Tolkien. Fu il linguaggio elfico più comunemente parlato nella Terra di Mezzo durante la Terza Era. Era la lingua dei Sindar che, come abbiamo ampiamente spiegato in Tolkien e il mondo degli elfi , non vollero partire per il Grande Viaggio oltre il Belegaer. Deriva dal Telerin comune e condivide con il Quenya una radice comune, l'Eldarin, e le due lingue hanno molti termini simili. Il Sindarin è generalmente più mutevole dell'altra lingua, e ne esistono numerosi dialetti, parlati dalle varie etnie della Terra di Mezzo. Nel Doriath il Sindarin era considerata la più alta e nobile forma di linguaggio. Il Sindarin è la lingua a cui ci si riferisce ne "Il Signore degli Anelli parlando" di lingua elfica. Tolkien originariamente pensò che il linguaggio, che poi si sarebbe chiamato Sindarin, avrebbe dovuto essere parlato dai Noldor. Ma più tardi cambiò idea, e decise di farne la lingua dei Sindar. Per questa ragione in qualche vecchio materiale, come le Etimologie, questa lingua è chiamata Noldorin. Quando "Noldorin" diventò "Sindarin", la lingua riprese molto da quello che in un primo momento Tolkien immaginò essere il linguaggio "indigeno" del Beleriand, quello parlato dai Teleri non partiti per Aman: l'Ilkorin. Tolkien basò il suono e parte della grammatica del Sindarin sulla lingua gaelicaa (irlandese, scozzese, canadese e mannese), riprendendo molte mutazioni tipiche del linguaggio celtico (specialmente il brittonico). Inoltre il linguaggio risente molto degli influssi delle lingue germaniche, essendo Tolkien uno studioso di antico inglese, norreno e gotico.
Prima che i Noldor tornassero nella Terra di Mezzo, il Sindarin era scritto con le Cirth, ma dopo questo evento si cominciarono ad usare normalmente le Tengwar.
Le Cirth (ˈkirθ "rune") sono un alfabeto artificiale ideato dal nostro Tolkien. È descritto nell'introduzione del libro "Lo Hobbit" ed è una rivisitazione dell'alfabeto fuþorc. Le rune, all'interno di Arda sono utilizzate per le iscrizioni dai nani e dagli elfi parlanti Sindarin. Tuttavia con l'avvento delle Tengwar di Fëanor, ben più evolute, le Cirth caddero in disuso. Vennero in seguito adottate dai nani che le utilizzarono per trascrivere il Khuzdul (il linguaggio segreto dei nani che veniva adoperato sempre e solo da questi). L'alfabeto è formato da una sessantina di rune:

Bene amici, per oggi concludiamo qui la nostra introduzione al Sindarin. Dal prossimo lunedì inizieremo ad esplorare dettagliatamente la grammatica di questa affascinante lingua. Rimanete aggiornati sulla nostra pagina Instagram e lasciateci tanti cuoricini!
Tenna' ento lye omenta,
la vostra Salamandra.
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